NYOTA YA PWANI OPM/2018/06545

Periodo di riferimento report: dal 01/03/2020 al 30/11/2020

INTRODUZIONE:

Il progetto Nyota ya Pwani è nato con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli orfani, dei bambini e dei giovani vulnerabili della contea di Kilifi che vivono in contesti difficili e che subiscono situazioni che ne ostacolano la crescita, lo sviluppo ed il loro inserimento come cittadini nella società.

1.         NUMERO DI BAMBINI OSPITATI DAL CENTRO

Il numero totale dei soggetti direttamente coinvolti è di 104 bambini (40 ragazze e 64 ragazzi).

Di tali bambini 44 bambini provengono da Ngala e 60 bambini da Mtondia.

2.         ATTIVITÀ DEL CENTRO:

a.         Terapie di gruppo e sessioni di consulenza di gruppo: i bambini sono stati inseriti in terapie di gruppo centrate sull’insegnamento delle regole di base dell’igiene, dei rapporti interpersonali, delle regole dei gruppi della prevenzione degli abusi sui minori.

b.         Giochi: I bambini hanno preso parte a vari giochi: calcio, pallavolo, acrobatica.

Nel calcio sia i ragazzi che le ragazze hanno invitato le altre squadre della zona o sono state invitate riscuotendo molti successi

Il gioco è molto utile per costruire l’autostima, la fiducia e il livello di partecipazione tra i bambini.

c.         Nuoto: i bambini sono stati portati a nuotare nell’oceano una volta al mese.

Questa iniziativa ha entusiasmato i bambini che hanno compreso che questa comunità ha veramente a cuore i loro interessi.

d.         Istruzione informale: i bambini hanno frequentato lezioni informali quasi giornaliere con intensificazione nei fine settimana. Dalle risposte a domande campione è stato possibile misurare i progressi di ciascuno

e.         Nutrimento spirituale: La spiritualità viene naturalmente affrontata sia con bambini cristiani che musulmani o animisti incoraggiandoli alla partecipazione di riti ed alle celebrazionioi delle loro. Questo approccio li ha aiutati a dar maggior valore alla preghiera, accettandosi l’un l’altro.

f.         Sessioni di colloquio individuali: in queste occasioni gli assistenti sociali ascoltano i problemi del bambino indirizzandoli alla risoluzione di eventuali problemi. Queste sessioni sono state molto utili per aiutare i bambini a riscoprire sé stessi ed iniziare a pianificare il proprio cambiamento, identificazione e crescita personale.

3.         VISITE DOMICILIARI

Sono state effettuate 15 visite domiciliari nella cittadina di Kilifi. I genitori ed i tutori dei ragazzi hanno mostrato apprezzamento per il lavoro svolto  dalla  comunità di Koinonia.

Le visite domiciliari hanno consentito al progetto di formulare piani di cura rivolti sia alle famiglie che ai bambini.

4.         PROBLEMATICHE RISCONTRATE

Dopo i primi approcci, qualche bambino aveva smesso di frequentare i programmi per via del COVID. La maggior parte degli abbandoni erano di bambine. 

Non appena è stato possibile riprendere le visite a domicilio e avuto modo di presentate le attività ai familiari chiarendo le finalità della nostra azione, le famiglie si sono mostrate molto disponibili a consentire ai loro figli di riprendere il programma.

Dal mese di maggio non sono da segnalare “abbandoni” nel gruppo di bambini seguiti.

5.         CRITICITA’

a.         Il COVID ha ritardato la programmazione delle visite domiciliari ostacolando la identificazione dei casi più bisognosi.

b.         L’inattesa e numerosa presenza di bambine ha creato qualche criticità, infatti il gruppo non era attrezzato con operatrici donna nel team. Le ragazze che hanno raggiunto la fase della pubertà (circa il 30%) non si confidano su certi temi con assistenti sociali maschi.

c.         Per far fronte a questa situazione è stata coinvolta una volontaria che conquistasse la loro fiducia e potesse sostenerle nel difficile momento di cambiamento; per il futuro occorrerà avere operatrici sociali, il volontariato non offre le giuste riposte.

d.         Assenza di acqua pulita e sicura. Nel Centro è stato scavato un pozzo ma la sua acqua è troppo salata per il consumo umano. Nell’area di Ngala, la contea non ha ancora organizzato la distribuzione di acqua tramite condutture con gravi disagi e necessità di approvvigionamento.

e.         Si è rapidamente evidenziato il problema delle barriere linguistiche in quanto molti bambini, in particolare quelli provenienti da Ngala, non parlano la lingua kiswahili, e conoscono molto poco l’inglese. Parlano solo la lingua giriama. Questo ha costretto gli operatori a studiare la lingua “giriama” per essere in sintonia con i bambini.

f.         Il programma di alimentazione al centro. Il gran numero di bambini che frequentano il centro (decisamente superiore alle attese) non consente di poter garantire un sostegno alimentare giornaliero. È stato deciso di sostenerli con il pranzo solo quattro volte a settimana.

g.         Questo naturalmente non è sufficiente, perché la situazione di povertà del territorio è molto impegnativa, ed è stata, come ovunque, peggiorata dal ristagno dell’economia causato dal COVID.

Sin dall’inizio della presenza degli operatori sul territorio di Kilifi sono stati ricercati contatti con le autorità locali per metterle al corrente della iniziativa e cercare la loro collaborazione per la buona riuscita del progetto.

Si riferisce sui contatti ed i rapporti stabiliti nella contea di Kilifi con i diversi stakeholder.

Dall’arrivo degli operatori sociali a Kilifi, a metà marzo 2020, sono stati presi contatto con i diversi uffici che lavorano direttamente o indirettamente con i bambini all’interno della Contea.

Il primo contatto avuto è stato con il  sig. Mzee Kadzito Ngonyo, l’anziano del villaggio di Ngala-Maweni, che si è dimostrato molto accogliente e pronto a sostenere il progetto per assicurare che le attività nell’area potessero svolgersi senza impedimenti ed ha favorito i successivi incontri con i suoi assistenti responsabili dell’area.

Il sig. Patrick Masha, capo della sotto-locazione di Mtondia-Majaoni, dove si trova il nostro progetto, è stato molto felice di apprendere dell’attivazione del progetto, offrendoci la sua piena collaborazione.

Il signor Masha, ci ha quindi presentato il capo di zona, signor George Katana della località di Tezo, che, sentendo l’esperienza della Koinonia Community e l’attitudine a voler collaborare fianco a fianco con i leader locali per la loro maggiore conoscenza delle esigenze delle persone per la buona riuscita dell’azione di progetto, ci ha chiesto di condurre un seminario con i 17 anziani del villaggio sull’importanza dei bambini e su come approfondire ed attuare alcuni loro diritti, stabiliti sia nella costituzione del Kenya che nelle leggi e negli atti del parlamento riguardanti i bambini.

È stato molto solerte nell’aiutarci a registrare la nostra organizzazione, ha convocato il Consiglio consultivo di area per esaminare il nostro progetto, trasmetterci tempestivamente la lettera di accettazione per poter lavorare nella sua area di giurisdizione, dopo che il Consiglio stesso aveva esaminato ed approvato il progetto.

In molte occasioni il capo area si è rivelato una grande risorsa per la nostra organizzazione mediando su criticità di percorso.

Altro importante ufficio con cui sono stati presi contatti è l’Ufficio Minori di Kilifi. In diverse occasioni è stato incontrato l’ufficiale per l’infanzia della contea e l’ufficiale per l’infanzia della sub-contea, il signor Arthuman Khamisi, L’addetto all’infanzia non solo ha mostrato grande apprezzamento al progetto, ma ha chiesto alla nostra organizzazione di considerare la possibilità di intervenire anche con le madri poiché le autorità minorili sono molto preoccupate per l’aumento del tasso di “madri adolescenti” nella contea che potrebbe portare ad una maggiore presenza di bambini di strada e famiglie disagiate.

E’ stato promesso che sarà approfondito l’argomento con i responsabili della Koinonia Community  e di restituire il feedback.

L’Ufficio Minorile della contea ha presentato la nostra organizzazione ad altre reti.

Valide organizzazioni presentateci sono: Kesho Kenya e Compassion International, entrambe le istituzioni si occupano di programmi di sensibilizzazione a favore dei bambini nella contea di Kilifi.

Sono anche stati numerosi i contatti con personalità influenti all’interno del dipartimento di Tezo.

Al nostro arrivo a Kilifi, siamo stati presentati a padre Pasquale Mwachio il parroco cattolico che si è mostrato felice e pronto a lavorare con la nostra organizzazione, che peraltro già conosceva.

In diverse occasioni, padre Pasquale ha visitato il centro insieme ad altri sacerdoti dell’Arcidiocesi di Mombasa. Il supporto di padre Pasquale e della Parrocchia di San Patrizio, sono stati determinanti nella continuità del progetto Nyota ya Pwani.

Un altro ufficio con cui siamo stati in contatto è il Membro di Area dell’Assemblea della Contea (MCA) del quartiere di Tezo: il sig. Tom Chengo. Durante la visita è stata colta l’occasione anche per richiedere all’MCA, di supportare la richiesta di installazione di condutture idriche nell’area di Ngala, una zona dove non c’è acqua sicura e pulita per uso domestico. Il sig. Tom Chengo ha promesso di lavorare sulla questione affinché l’acqua raggiunga il centro prima possibile e ci ha fornito indicazioni e contatti con varie istituzioni preposte e/o attive sulla problematica con le quali abbiamo avuto contatti e ripetuti incontri come l’onorevole Kiringi Mwachitu, il ministro responsabile dell’acqua nella contea, rappresentante del Ministero dell’Acqua, dei Minerali, dell’Ambiente e delle Risorse Naturali della contea di Kilifi; il direttore di KIMAWASCO (Kilifi-Mariakani Water and Sewage Company) l’azienda di approvvigionamento idrico;

Il sig. Sidi Chokwe rappresentante di NGAMACO (Ngala-Maweni Water Company) il gestore idrico dell’area.

Seguiremo la problematica dell’acqua sia per il miglior sviluppo del centro Nyota ya Pwani e soprattutto a beneficio dell’intera area di Ngala la cui comunità non può disporre di acqua pulita.

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